Notte. In una grotta per il ricovero di bestiame, una giovane madre si china su un neonato che dorme in una mangiatoia. Guarda il figlioletto con amore. Un uomo maturo li guarda pensieroso. Questa immagine perpetuata dall’arte della chiesa appare davanti ai nostri occhi quando ripensiamo a un evento di così fondamentale importanza per l’umanità: il Natale.

Duemila anni fa, a Betlemme, un miracolo a lungo atteso dagli ebrei che Dio scelse per preparare il mondo alla venuta del Salvatore. La porta attraverso la quale il Messia entrò nella storia come Dio-uomo era Maria.

– Eccomi, sono la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola – è la risposta data all’Arcangelo durante l’Annunciazione. Maria ha scelto un servizio umile a Dio. Si fidava immensamente del Creatore ed è per questo che non era spaventata dall’enorme responsabilità che gravava su di lei in quel momento.

Nella notte santa di Betlemme, il Verbo, fatto carne nell’atto soprannaturale del concepimento, è stato rivelato al mondo. È stato senza dubbio uno dei momenti più felici della vita di Maria. Ciò che l’Arcangelo Gabriele le aveva annunciato pochi mesi prima si è avverato.

Tuttavia, la missione affidata alla Vergine Immacolata non si è conclusa con la nascita del Salvatore. La Madre di Dio per molti anni Lo ha educato nella tradizione dei Padri e nella cultura del suo popolo, fino al dramma della partecipazione alla sua passione. Per il momento, però, Maria veglia sul Bambino in una stalla di pietra, adorandoLo non solo come Figlio ma come il miracolo di Dio.

La Madre Benedetta dovrebbe diventare per noi un esempio del giusto atteggiamento nei confronti della vita: concentrarsi sul servizio di Dio e, di conseguenza, sul servire gli altri.

Questa è un’indicazione importante. Non l’orgoglio, ma l’umiltà è un atteggiamento degno di un cristiano. Il Signore Gesù lo ha sottolineato molte volte, ponendosi come esempio: il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita in riscatto per molti – hanno notato gli evangelizzatori di Cristo (Mc 10,45; Mt 20,28). Questo ha imparato dalla Mamma Maria!

Maria non soltanto è un esempio per noi cristiani, ma in particolare è un esempio per tutte le donne. Si tratta di un modello prezioso, soprattutto per le donne moderne, bombardate dalle idee del consumismo, dell’autorealizzazione professionale, della vita facile e spensierata, che provocano in molte un lacerante conflitto tra la naturale tendenza alla maternità, l’amore per i bambini, e una carriera che migliora lo status sociale, naturalmente in ambienti “moderni”, dove la professionalità nel lavoro non va d’accordo con la famiglia.

Per natura le donne sono pronte a fare sacrifici. Questa è una caratteristica preziosa. È meglio, però, quando questo coinvolgimento emotivo è rivolto alla famiglia, ai figli, al marito piuttosto che al lavoro straordinario in azienda. È persino superfluo menzionare casi in cui la “carriera” provoca l’omicidio di un bambino concepito, che è ciò che le attiviste dei movimenti femministi in tutto il mondo stanno cercando di legalizzare.

A sua volta, il modello per gli uomini dovrebbe essere san. Giuseppe, un uomo affidabile, devoto, attento alla sua famiglia, un artigiano esperto ed onesto.  Un personaggio ricercato sia dalle donne moderne che dai datori di lavoro.

Arriva il Natale. Che questo nuovo e diverso festeggiamento sia per tutti noi un momento di riflessione sul nostro atteggiamento verso Dio e sull’amore di Dio verso ognuno di noi. Il Natale ci ricorda che Dio creò l’uomo perché possa conoscerLo, adorarLo, amarLo e servirLo, e ottenere così la vita eterna …

Buon Natale a tutti