Quando l’Eucaristia guarisce?

Riflessione sulla profezia dell’Isaia: “Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti” (Is, 53,5) – la guarigione dell’intera persona è stata compiuta attraverso le ferite di Gesù

Il profeta Isaia ha scritto che la fonte della nostra guarigione sono le ferite di Gesù (Is 53, 5). Come puoi trarre beneficio da queste ferite per ricevere la guarigione da Dio?

L’antico profeta, chiamato anche come l’Evangelista dell’Antico Testamento, attira la nostra attenzione sul fatto che la guarigione, in qualsiasi dimensione (spirito, anima e corpo), cioè la guarigione dell’intera persona, è avvenuta e avviene soltanto ed esclusivamente, attraverso le ferite di Gesù. La nostra salute si trova nelle sue ferite. Tuttavia, dobbiamo ricordare che Gesù aveva non solo le ferite visibili, ma anche quelle invisibili, che toccavano il cuore. Pertanto, la nostra salute non è solo nelle ferite delle spine di incoronazione, flagellazione, crocifissione, ma anche nelle ferite che ha subito durante la sua vita in quelle situazioni in cui è stato rifiutato, perseguitato, maledetto, non accettato, non amato, ecc. In tutte queste ferite Gesù è la nostra salute. Ciò significa che ognuno di noi in Gesù può ritrovare le proprie ferite. Gesù ha preso i nostri peccati, il nostro dolore, la nostra sofferenza, tutto il male che ci colpisce. E poiché ci ha tolto tutto il male, ci ha dato in cambio ciò che non abbiamo: salute, amore, accettazione, libertà. Tuttavia, il fatto che Gesù abbia preso le nostre sofferenze, i nostri peccati, le nostre malattie non significa che non li abbiamo più. Ad esempio, se non diamo a Gesù i nostri peccati, malattie, sofferenze, Egli non può prenderli. Non perché non abbia quel potere, ma perché rispetta la nostra libertà. Se non lo restituiamo, significa che lo abbiamo ancora. Di conseguenza, non otteniamo ciò che ci manca perché la nostra libertà proibisce a Gesù di liberarci!

Un altro esempio: se il bicchiere è pieno d’acqua, non sarà più in grado di accettare alcun liquido, ad esempio il vino. Per riempire un bicchiere di vino, devi prima svuotarlo. Quando è vuoto, puoi versarci del vino. Per analogia anche noi se siamo pineni di se stessi, dei nostri peccati non possiamo essere riempiti di grazia di Dio perché in noi c’è lo spazio per Gesù. Le parole del profeta Isaia potrebbero essere citate al presente: Egli prende le nostre malattie, i nostri dolori, sopporta le nostre debolezze se in noi sarà lo spazio per Lui.

Quante volte una persona che soffre custodisce nel suo cuore la sua sofferenza parlandone costantemente e condividendola con gli altri: oggi con i social network. Lo fa come se il male avesse un valore che dovrebbe essere detto agli altri, come se ci rendesse qualcuno di importante. Tuttavia, se qualcuno dà a Gesù le sue ferite, allora può vedere la guarigione nelle ferite di Gesù. Direi che questo è uno scambio così sacro che quando Gesù soffrì, il suo corpo umano (ricorda che Gesù è vero Dio e vero uomo), attraverso la potenza dello Spirito Santo, assorbì tutto il male nel mondo, e quindi tutti i peccati, malattie, sofferenza umana e tutto il male che lo distrugge. Pertanto, quando diamo a Gesù tutti i nostri dolori, problemi, malattie, tutto il male che sperimentiamo – la sua morte li uccide e Gesù, in cambio di dargli questo male, ci dà il bene di cui siamo stati privati ​​da questo male, cioè salvezza, liberazione, guarigione.

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