Vorrei invitarvi a riflettere sulla transizione di un’epoca dopo guerra tra rivoluzione culturale e la civilizzazione dionisiaca ed industriale odierna senza anima e senza Dio. Grande pensatore del secolo scorso Oswald Spengler chiamava l’Europa nel 1880 “paese dei santi miracoli” valorizzandola per i suoi monumenti sacri, per le sue vecchie pietre. In questa affermazione si possa vedere la natura serafica dell’uomo che è la natura passionale della trasfigurazione creativa dell’soggetto umano e di conseguenza del mondo. Santità di Francesco, genialità di Dante e mistica di Gioacchino da Fiore hanno aperto la strada allo spirito dell’amore nella speranza di uno nuova e universale era del cristianesimo. E furono proprio queste speranze a dar vita ed alimentare la creatività del Rinascimento, far nascere la pittura religiosa di Giotto e i primi sforzi intellettuali dell’antropologia cristiana di Pico della Mirandola e Ficino a Firenze. Ma non tutto era così. Rinascimento è un periodo di contradizioni. Da una parte l’apertura alla trascendenza portata dal Medioevo con i cieli spalancati sul mondo cristiano che l’arte presentava con la bellezza della vita nella prospettiva dell’incarnazione di Gesù con il massimo della cultura e spiritualità di Francesco nella costruzione del presepe di Greccio. Questa invitava lo spettatore di uscire dalla prospettava mondana e camminare verso la vera bellezza nel mondo nuovo al di là. Dall’altra parte era presente il mondo immanente che credeva in una bellezza compiuta e perfetta nelle sue forme classiche senza alcuna nostalgia di un altro mondo ma soltanto la replicazione del realismo mondano senza nessun riferimento all’immagine e somiglianza di Dio.

Le contradizioni del Rinascimento non sono state vinte né da trascendenza della fede cristiana né dall’immanenza classica ma hanno fondato una base al duplice visone del mondo: regno di Dio (Chiesa) e regno di Cesare (Stato). Il cristianesimo, inteso come rivelazione della redenzione è giunto ad uno stadio senile e lo Stato è diventato il mezzo di oppressione economica e delle disuguaglianze di classe con una borghesia atea e ricca.

Cosi siamo giunti alla crisi ed alla catastrofe dell’umano ed alla nascita trionfale della civilizzazione. E’ terminato il tempo di cultura, sono state chiuse le porte per un essere eterno ed è stato dato l’inizio dell’annientamento dello spirito e apertura al mostruoso fenomeno della morte con il suo avvolgente sistema del piacere narcisista, iper individuale.

La civilizzazione cerca di realizzare la “vita” attraverso l’economia imperialistica grazie alla tecnica, ed il piacere della vita: dal mangiare all’amore depravato e deformato fino all’immagine dell’umanità dello selfi. Bella fuori e vuota dentro – sempre giovane. In questo senso uomo non è bello perché creato a immagine e somiglianza di Dio ma perché è libero da Dio oppressore e schiavizzante.

La cultura con i suoi valori, (come: la realizzazione della verità, il bello dell’arte ed opere poetiche, l’architettoniche, musicali, etc.., che è la potenza della vita, con la divinità di questa vita, con i costumi, con le istituzioni sociali per la promozione e difesa della vita, con il divino nel culto religioso e spirituale che invita l’uomo ad uscire da questo mondo per cercare il perfetto nella risurrezione di Cristo) libera la società dalla gerarchia borgese dove regna solo l’aspetto economico e non individuale dello spirito umano contrario a tutto che è cattolico.

Borghesia nega la bellezza della vita nuova, rivelataci da Cristo, nega l’essere superiore che grazie alla scoperta religiosa crea un libro scientifico, l’atto creativo artistico, crea costumi e istituzioni sociali. L’atto creativo religioso crea il culto, i dogmi e un ordinamento dei battezzati in prospettiva celeste, e protegge contro la civilizzazione economica e sociale con la sue ingiustizie materiali. La borghesia crea un mondo delle profonde spaccature sociali.

Tra la cultura di Leonardo e Michelangelo e “vita” del cantore della borghesia, Nietzsche c’è una contrapposizione. La civilizzazione portata da Nietzsche oggi cerca di realizzare la “vita” attraverso un potente Stato Europeo (non più unità degli stati liberi) impadronendosi di tutto e sottomettendo tutto allo schiacciante potere economico dove non è più possibile un Shakespeare e un Byron ma una sedia per i scomodi alla borghesia, con la morte assistita. In Italia non c’è più lo spazio per il genio di Dante però per Francesco d’Assisi, non mistico ma grande ecologo, che non era mai, sì. Proteggiamo la natura secondo s. Francesco ma accanto facciamo aborto dicendo che la natura è più importante della vita!

Qui tocchiamo la tragedia della perdita della cultura e la vittoria della civilizzazione. L’uomo diventa esclusivamente solo una forza motrice per movimentare una ruota materialista della società consumistica. Società diventa dionisiaca del piacere. Ecologia una nuova religione naturale senza riferimento al divino. Yoga diventa un sostituto della vita spirituale e la cultura è orribile, cattiva, priva di bellezza terrestre perfetta. Nel momento in cui la società viene spogliata della cultura vera spariscono i legami con il culto degli antenati, con la tradizione e la trasmissione della fede, con il simbolismo sacro e soprattutto con la realtà spirituale. Viene istaurata una nuova cultura: laica. Questa cancella ogni riferimento spirituale sostituendolo con le energie positivistiche, utilitarie, per il basso godimento della vita: mangiare, bere e divertimento. Il lato spirituale viene chiamato: illusione, autoinganno di una coscienza non ancora libera e dipendente dalle vecchie forme di pensiero religioso.

Per giustificare la civilizzazione della morte è stato formato un tribunale della vita reale per liberare definitivamente l’umanità dell’illusione e dagli inganni della cultura e creare così una civilizzazione vera. Quale? L’ideologia del materialismo vero dove domina inevitabilmente l’economismo, la civilizzazione è tecnica che per sua natura deve essere libera di ogni aspetto anche minimo della spiritualità. In questa ottica non c’è posto per il dovere ma trionfa il diritto della democrazia e della meccanica.

La presunta liberazione dai valori spirituali e in conseguenza da Dio, ci ha portato la civilizzazione della poltrona della morte e dell’aborto. La volontà di domare la vita ha distrutto la persona e ha fondato il paradosso della storia.

Incarnazione di Dio diventa un fatto scomodo perché è Gesù che ci giustifica la storia. In Lui ha inizio e compimento la storia. Senza di Lui non esiste la storia ma un breve tempo dell’individuo che deve abbandonare il mondo. Senza Gesù abbiamo la civilizzazione fondata sul meccanismo della tecnica con il simbolo: la macchina (prima) e l’aereo spaziale (oggi). Tutto è diventato tecnica segnato dalla tecnica. Sperimentiamo abbandono della vita spirituale e le chiese vuote, e facciamo esperienza delle tavole piene di pietanze, silenziose e farcite di solitudine. Relazioni socievole sono state sostituite dai telefonini, dai social che hanno creato l’uomo selfi.

La macchina e il telefonino ha acquistato il potere magico sull’uomo e lo ha avvolto in una rete di correnti magiche: oroscopo, chiromanti e fate che svelano il futuro dell’uomo. La vita è stata estratta dalla profondità e gettata in superfice.

Il vero dramma comincia quando la carità cristiana viene sostituita dall’altruismo materialistico. Questo argomento affronteremo in un altro articolo.

In tanto proviamo a domandare: è possibile ancora ritrovare l’uomo vero costruito del corpo e l’anima? Si. Ma ci vuole un coraggio di voler trasformare la civilizzazione attraverso la trasfigurazione spirituale. Abbiamo bisogno della nuova trasfigurazione di tutti noi che siamo la Chiesa, abbiamo bisogno di una profonda purificazione, di una grande penitenza per instaurare la nostra propria vocazione e del mondo che è la rivelazione del Vangelo: uomo-Dio, Gesù Cristo.

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