Carissimi Amici,

è arrivato il Santo Natale che ci fa rivivere ancora una volta la nascita di Gesù, Figlio di Dio nella mangiatoia a Betlemme. Ci troviamo ancora in piena pandemia a vivere la festa più bella di tutto l’anno, festa di bontà e amore, di gioia e condivisione.

Desideravo scrivere in occasione delle feste natalizie questa mia piccola riflessione sul presepe a partire dalla nostra realtà di Rapolano Terme. Forse qualcuno rimane perplesso ma vorrei chiamare Rapolano: Città Rinascimentale. Non perché abbiamo i palazzi di questo periodo storico ma perché grazie ai presepisti possiamo contemplare la bellezza della creazione e la Sua opera più bella: l’uomo. Il rinascimento era un epoca storica che ha valorizzato tanto la creatura umana e ha fatto risalire la bellezza e raffinatezza di essa. Dopo il periodo spirituale del Medioevo la filosofia e l’arte scopre e valorizza la natura materiale (carnale) dell’uomo. In questo periodo nascono le più belle opere culturali e artistici dove i protagonisti sono le figure umane. Guardiamo le statue di Michelangelo, i quadri di Raffaello ed ammiriamo la loro bellezza, la magnificenza dell’uomo. Però in esse ci colpisce la mancanza del riferimento al futuro, all’oltre terra, ci manca il riferimento al destino finale. Al contrario, nel presepe rapolanese oltre lo splendore dell’uomo presentato nel mistero della nascita di Gesù si trova offerta a tutti noi la chiave di lettura del destino dell’uomo, del mondo e dell’universo in prospettiva dell’eternità. A partire da quel miracolo stupendo e centro dell’universo che è l’uomo i presepisti ci aiutano a raggiungere la terra promessa con Gesù dando a tutti noi la prospettiva dell’eternità ed invitano a rivolgere lo sguardo in alto, verso il cielo.

Possiamo avanzare una domanda estremamente importante: perché Dio si fa uomo? L’uomo (tutti noi) è il centro, il compendio, l’ideale e il punto focale di tutto l’universo. San Simeone il Nuovo Teologo diceva che in Paradiso tutta la creazione era rivota verso l’uomo (Adamo ed Eva) e ammirava la loro nobiltà che rispecchiava la divinità di Dio. Al di fuori di lui tutte le cose create non sono altro che parti staccate dal Creatore, mentre in lui ogni cosa viene a legarsi in una splendida armonia. L’uomo è il microcosmo, è il compendio dell’universo e sopra tutto l’immagine e somiglianza di Dio. Allora si che possiamo rispondere alla domanda: il perché? Perché nell’uomo è una duplice natura e lo specchio della Verità stessa, deformata però dal peccato originale, che Dio vuole recuperare: ciò che è spirituale e carnale unire alla propria natura divina. Dio desidera che l’uomo ritorni alla sua prima e l’unica vera origine: figliolanza divina.

Ma torniamo al presepe. Qui troviamo il pieno rinascimento: i personaggi sono presentati nel loro agio. Vivono la giornata tra i campi, le botteghe e le case. Sono persone belle e semplici. Sono lavoratori delle vigne dei campi e dei vari mestieri utili. La loro realtà non è contagiata da un civilizzazione caotica ma immersa ancora nella quiete della cultura povera e ricca nello stesso tempo. Grazie al loro genio, lavoro e fantasia, producono il cibo godendo e usufruendo dei doni naturali. La bellezza della natura, i doni della terra fanno si che il loro agire è in sintonia con la volontà di Dio e sono i meravigliosi custodi della creazione. Sorprendente in questa immagine sono i volti umani, sorridenti, allegri, inseriti nell’ambiente che rende le loro vite felici ed attenti, affascinati dalla bellezza e pronti a sacrificarsi per il futuro delle famiglie e del paese. Questa immagine ci fa riflettere da una parte sulla bellezza della vita dell’uomo, sul lavoro, sulla vita della comunità e società e dall’altra parte introduce la presenza e la realtà Divina grazie alla nascita del Dio-Uomo, Gesù Cristo.

E in questa pacifica e romantica immagine del presepe contempliamo l’Uomo-Dio, Gesù che unisce la natura umana, deformata dal peccato, alla divinità. Ciascuno di Noi può ammirare il mistero del vero Dio e del vero l’Uomo. In Gesù deposto nella mangiatoia come nello specchio vediamo il nostro l’ideale, la nostra vera natura e vera umanità perché senza essere contagiata dal peccato originale. Questa è la Verità, Lui è la Verità. Lui è quel vero UOMO che ha condiviso con noi la Sua divinità e assunto l’umanità. E’ Lui che il Padre ha mandato in mezzo a noi come Parola per indicarci la strada della redenzione con la propria vita. Adattando le parole di s. Paolo alla nascita di Gesù, possiamo dire che Adamo nella sua natura terrestre e Cristo nella sua natura divina sono diventati una Persona sola, un solo unico albero. Grazie a Cristo l’uomo ha potuto sperimentare in se stesso aumento della natura divina e di nuovo poter diventare il figlio di Dio. Il vecchio Adamo è diventato il Nuovo ancora più bello e più meraviglioso.

Ancora oggi grazie ai presepisti, uomini e donne del rinascimento, risuona dalla mangiatoia il dolce esortazione di Gesù: Se vuoi, seguimi.

Accogliamo con la nascita di Gesù questo invito e ringraziamo il Padre per il Suo grande Amore verso di Noi. Contemplando la comparsa di Dio-Uomo sulla terra invochiamo la benedizione del Padre: che Gesù nato a Betlemme possa nascere anche nei nostri cuori e rendere le nostre vite ricche della dimensione spirituale e consapevoli della dignità di figli di Dio.

Auguri e buon Natale a tutte le famiglie di Rapolano Terme da parte mia, dei Catechisti, dei Consiglieri e da tutti quelli che prestano il servizio in parrocchia.  

Don Mario

Il particolare un ringraziamento all’Amministrazione Comunale e il Centro “La Piana” di G. Battagli per l’iniziativa dei presepi nel Centro Storico e nella Chiesa di s. Bartolomeo al Castellare e a tutti che avete addobbato le vostre case come testimonianza di fede.

 

Buone feste a tutti