Avvento – il tempo d’attesa e di veglia 

Il santo fondatore di Opus Dei, Josemaría, così descriveva il tempo di avvento: “È arrivato l’Avvento. Che tempo opportuno per ringiovanire il desiderio, la nostalgia, l’anelito sincero per la venuta di Cristo! per la sua venuta quotidiana nella tua anima con l’Eucaristia! — “Ecce veniet!” — ecco sta per arrivare!, ci incoraggia la Chiesa”[1]. Papa Francesco invece la domenica scorsa, all’Angelus, aveva chiarito che «è un tempo per riconoscere i vuoti da colmare nella nostra vita, per spianare le asperità dell’orgoglio e fare spazio a Gesù che viene».

Maria, icona dell’Avvento – Madre e Patrona di Rapolano Terme

Nei ritmi dell’anno liturgico l’Avvento è il tempo mariano per eccellenza. Lo ricorda chiaramente Paolo VI nel paragrafo 4 della Marialis Cultus: «In tal modo i fedeli, che vivono con la Liturgia lo spirito dell’Avvento, considerando l’ineffabile amore con cui la Vergine Madre attese il Figlio,sono invitati ad assumerla come modello e a prepararsi per andare incontro al Salvatore che viene, vigilanti nella preghiera, esultanti nella sua lode». Il tempo dell’Avvento ha quindi come icona quella della Vergine. Papa Francesco ha sottolineato che «Maria è la “via” che Dio stesso si è preparato per venire nel mondo» ed è «colei che ha reso possibile l’incarnazione del Figlio di Dio, “la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni” (Romani 16,25)» grazie «al suo “sì” umile e coraggioso». La presenza della Solennità dell’Immacolata Concezione – 8 dicembre – fa parte del mistero che l’Avvento celebra: Maria è il prototipo dell’umanità redenta, il frutto più eccelso della venuta redentiva di Cristo. E in questo tempo forte la figura della Vergine viene presentata come l’icona dell’attesa fiduciosa e vigilante, della disponibilità attenta e concreta al mistero di Dio.

Vorrei ritornare alle parole di Papa Francesco dall’inizio dell’Avvento del 2017, per rivivere ancora una volta il significato di questo tempo per tutti noi: “oggi, inizio del tempo di Avvento, è cosa buona considerare le insidie di questi nemici dell’anima: il disordine della sensualità e della leggerezza superficiale; l’insipienza della ragione che si oppone al Signore; la presunzione altèra che rende sterile l’amore a Dio e alle creature. Tali situazioni dello spirito sono ostacoli evidenti, e il loro potere perturbatore è grande. Per questo la liturgia ci porta nell’introito ad implorare la misericordia divina:A te, Signore, elevo l’anima mia. Dio mio, in te confido: non sia confuso! Non trionfino su di me i miei nemici (Sal 24, 1-3). Nell’antifona dell’offertorio ripeteremo: Confido in te, che io non sia confuso!

Ora che il tempo della salvezza è vicino, è consolante ascoltare dalle parole di san Paolo che quando si manifestarono la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini, Egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per la sua misericordia (Tit 3, 5).

È Gesù che passa, Gesù Cristo, Dio e Uomo: ecco i “magnalia Dei”, le opere meravigliose di Dio, dinanzi alle quali dobbiamo meditare e di cui dobbiamo rendere grazie al Signore, a colui che è venuto a portare la pace in terra agli uomini di buona volontà (Lc 2, 14), a tutti coloro che vogliono unire la loro volontà alla Volontà santa di Dio: non soltanto ai ricchi, né soltanto ai poveri, ma a tutti gli uomini, a tutti i fratelli. Perché tutti siamo fratelli in Gesù, tutti figli di Dio e fratelli di Cristo; e sua Madre è nostra Madre[2].

Fra qualche giorno iniziamo il cammino dell’Avvento, che culminerà nel Natale. L’Avvento è il tempo che ci è dato per accogliere il Signore che ci viene incontro, anche per verificare il nostro desiderio di Dio, per guardare avanti e prepararci al ritorno di Cristo. Egli ritornerà a noi nella festa del Natale, quando faremo memoria della sua venuta storica nell’umiltà della condizione umana; ma viene dentro di noi ogni volta che siamo disposti a riceverlo, e verrà di nuovo alla fine dei tempi per «giudicare i vivi e i morti». Per questo dobbiamo sempre essere vigilanti e attendere il Signore con la speranza di incontrarlo. La liturgia dell’avvento ci introduce proprio in questo suggestivo tema della vigilanza e dell’attesa.

Nel Vangelo (cfr Mc 13,33-37) Gesù esorta a fare attenzione e a vegliare, per essere pronti ad accoglierlo nel momento del ritorno. Ci dice: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento […]; fate in modo che giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati» (vv. 33-36).

Essere attenti e vigilanti sono i presupposti per non continuare a “vagare lontano dalle vie del Signore”, smarriti nei nostri peccati e nelle nostre infedeltà; essere attenti ed essere vigilanti sono le condizioni per permettere a Dio di irrompere nella nostra esistenza, per restituirle significato e valore con la sua presenza piena di bontà e di tenerezza. Maria Santissima, modello nell’attesa di Dio e icona della vigilanza, ci guidi incontro al suo figlio Gesù, ravvivando il nostro amore per Lui.

Tutti i sabati alle ore 18.00 nella chiesa Parrocchiale viene celebrata la s. Messa Votiva alla Madonna per chiedere la protezione contro l’indifferenza religiosa e per i nostri ammalati.

Alcuni testi per il tempo di Avvento: le parole di san Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, mons. Javier Echevarría e san Josemaría

Quattro candele della corona d’avvento sono a indicare il tempo che passa e il nostro avvicinamento al Signore che sta per venire.

Buon Avvento e buona preparazione per il Santo Natale


[1] Forgia, 548

[2] È Gesù che passa, 13