L’iniziazione cristiana dei bambini e degli adolescenti

È fondamentale che nella Chiesa diocesana ci sia una prassi comune per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e degli adolescenti. Bisogna distinguere la presenza dei piccoli in parrocchia, sempre da favorire, dalla catechesi specifica per i sacramenti dell’iniziazione che non deve essere troppo lunga.

L’itinerario proposto dalla CEI, tuttora in vigore, muove dalla scoperta di essere parte del popolo di Dio (attorno all’età di otto anni); i bambini vengono quindi accompagnati ad approfondire l’amicizia con Gesù fino all’esperienza sacramentale dell’Eucaristia (verso i dieci anni), cui segue il tempo della mistagogia. Esso sarà vissuto opportunamente all’interno dell’esperienza oratoriale; in questa fase, oltre all’inserimento dei ragazzi nella Comunità e al legame fraterno tra di loro, si curerà un percorso personale, affinché cresca in ciascuno la sensibilità per una vita secondo lo Spirito, attraverso l’impegno personale e la pratica della carità, l’esperienza di gruppo, preliminare all’esperienza di Chiesa, e la gioia come elemento costitutivo della vita cristiana. In questi anni i ragazzi potranno avviare cammini di accompagnamento spirituale e accostarsi, in modo assiduo e motivato, al Sacramento della Riconciliazione.

Il perfezionamento dell’Iniziazione Cristiana avverrà negli adolescenti invocando il dono dello Spirito per una più piena comunione con Dio e con la Chiesa. Dall’esperienza degli ultimi anni si può affermare che la maggior ricettività dei ragazzi si ha se il Sacramento della Confermazione viene celebrato tra i 15 e i 17 anni.

L’oratorio

Tra le proposte più significative che la comunità cristiana offre per accompagnare il percorso educativo dei ragazzi e dei giovani, l’oratorio assume una particolare rilevanza.

Esso educa ed evangelizza, in un contesto ecclesiale di cammino comunitario, soprattutto attraverso relazioni personali autentiche e si caratterizza per uno specifico stile, che comprende alcuni elementi:

  • “la testimonianza di fede in una concreta comunità cristiana da parte di coloro che animano l’oratorio […];
  • l’inserimento del ragazzo in un’esperienza che è allo stesso tempo cammino personale e comunitario: l’ambiente nel suo insieme, con la ricchezza di relazioni personali, attività ed esperienze, ne accompagna e illumina la crescita; tuttavia è nel rapporto personale con una guida e nella preghiera che egli viene aiutato a fare scelte in quanto discepolo del Signore;
  • l’accoglienza progettuale del ragazzo e del giovane, rispettati nel loro percorso storico di vita e nei loro interessi, ma insieme pro-vocati nel loro cammino di crescita verso l’inserimento responsabile nella comunità ecclesiale e civile e la propria santificazione;
  • la possibilità di percorsi graduali e differenziati: ragazzi e giovani, pur appartenendo alla medesima fascia di età, hanno esigenze e storie diverse, per cui è opportuno che il dono di vita buona del Vangelo si adatti ad ogni singolo ragazzo, incontrandolo laddove si trova” (cf. CEI, Il laboratorio dei talenti, I, 14).

Negli ultimi anni la nostra Chiesa si è adoperata per dar vita ad alcuni oratori, come pure per rivitalizzare quelli già esistenti; è necessario che tale impegno si estenda a tutte le Unità Pastorali, considerando che, per quanto detto sopra, esperienze semplici in questo stile si potranno avviare anche laddove non fossero presenti strutture particolarmente elaborate.

 

Chiesa Diocesana di Arezzo – Cortona – Sansepolcro, Liber Synodalis, Sinodo Diocesano 2016-2019, 69-71