PREGHIERA PER IMPLORARE LA PACE

Guida Introduzione:

Siamo stati convocati insieme e come cristiani crediamo nel potere della preghiera, della riconciliazione e della volontà di pace.
La guerra non è altro che lo sbocco finale di tutti i gesti che compiamo giorno per giorno. Prendiamo consapevolezza che tutte le nostre azioni contribuiscono ad essere operatori di pace, persone non violente, ma a volte anche il contrario.
Tutti i  pensieri e le azioni anche inconsapevoli hanno un effetto in noi e fuori di noi e ne siamo responsabili. Nessuno può dire: questo non mi riguarda, oppure io sono migliore degli altri.
Per questo non solo ci impegniamo a pregare, ma soprattutto ci impegniamo a generare pace ogni giorno con la forza creatrice dello Spirito presente in noi.

CANTO

Il Presidente
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

  1. Amen.

Il Presidente

La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo siano con tutti voi.

  1. E con il tuo spirito.

 Il Presidente

Fratelli e sorelle, siamo raccolti per pregare per tutti i fratelli e le sorelle la cui vita è segnata in questi tempi dal terrore della guerra, da tanta sofferenza e morte.
Il nostro pensiero va a tutte quelle donne, quegli anziani e quei bambini costretti a emigrare, a lasciare il Paese dove sono nati e dove desiderano tornare a vivere e a tutti quegli uomini che si ritrovano a combattere ma nel loro cuore vorrebbero che tacessero le armi. Con loro e per loro invochiamo l’infinita misericordia del Padre, domandando al Signore di proteggere la loro vita, perché cessi subito ogni violenza ed inizi un tempo nuovo, di pace e di risurrezione.

Breve silenzio

Il Presidente
Preghiamo:
O Dio, creatore del mondo, che guidi il corso dei secoli secondo la tua volontà, ascolta con bontà le nostre preghiere, e concedi serenità e pace ai nostri giorni, perché con gioia incessante lodiamo la tua misericordia.
Per Cristo nostro Signore.

  1. Amen.

Seduti

Dal libro della Genesi (4,3-15)
Adamo conobbe Eva sua moglie, che concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo grazie al Signore». Poi partorì ancora Abele, suo fratello. Ora Abele era pastore di greggi, mentre Caino era lavoratore del suolo.
Trascorso del tempo, Caino presentò frutti del suolo come offerta al Signore, mentre Abele presentò a sua volta primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai».
Caino parlò al fratello Abele. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise.
Allora il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?». Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra».
Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono. Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e dovrò nascondermi lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi ucciderà». Ma il Signore gli disse: «Ebbene, chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché nessuno, incontrandolo, lo colpisse.
Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato.
Parola di Dio

  1. Rendiamo grazie a Dio

Sal 49

R.: Offri a Dio come sacrificio la lode.
Parla il Signore, Dio degli dèi,
convoca la terra da oriente a occidente:
«Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici,
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.

Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle?

Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.
Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa».

Breve silenzio

Lettore: Dalla Lettera enciclica, Fratelli tutti, di papa Francesco (10-11)
Per decenni è sembrato che il mondo avesse imparato da tante guerre e fallimenti e si dirigesse lentamente verso varie forme di integrazione. Per esempio, si è sviluppato il sogno di un’Europa unita, capace di riconoscere radici comuni e di gioire per la diversità che la abita. Ricordiamo «la ferma convinzione dei Padri fondatori dell’Unione europea, i quali desideravano un futuro basato sulla capacità di lavorare insieme per superare le divisioni e per favorire la pace e la comunione fra tutti i popoli del continente». Ugualmente ha preso forza l’aspirazione ad un’integrazione latinoamericana e si è incominciato a fare alcuni passi. In altri Paesi e regioni vi sono stati tentativi di pacificazione e avvicinamenti che hanno portato frutti e altri che apparivano promettenti. Ma la storia sta dando segni di un ritorno all’indietro. Si accendono conflitti anacronistici che si ritenevano superati, risorgono nazionalismi chiusi, esasperati, risentiti e aggressivi. In vari Paesi un’idea dell’unità del popolo e della nazione, impregnata di diverse ideologie, crea nuove forme di egoismo e di perdita del senso sociale mascherate da una presunta difesa degli interessi nazionali. E questo ci ricorda che «ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte. È il cammino. Il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno. Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti» .

Canone Taizè: Dona la pace, Signore, a chi confida in te. Dona la pace, Signore, dona la pace.

In piedi

Solista proclama con calma:

E’ veramente giusto ringraziarti e glorificarti,
Dio onnipotente ed eterno,
per la mirabile opera della redenzione
in Cristo nostro salvatore.

Riconosciamo il tuo amore di Padre
quando pieghi la durezza dell’uomo,
e in un mondo lacerato da lotte e discordie
lo rendi disponibile alla riconciliazione.

Con la forza dello Spirito
tu agisci nell’intimo dei cuori,
perché i nemici si aprano al dialogo,
gli avversari si stringano la mano
e i popoli si incontrino nella concordia.

Per tuo dono, o Padre
la ricerca sincera della pace
estingue le contese,
l’amore vince l’odio
e la vendetta è disarmata dal perdono.

Tutti

Noi ti benediciamo, Dio onnipotente,
Signore dei cielo e della terra,
per Gesù Cristo tuo Figlio
venuto nel tuo nome:
egli è la mano che tendi ai peccatori,
la parola che ci salva,
la via che ci guida alla pace.

Tutti ci siamo allontanati da te,
ma tu stesso, o Dio nostro Padre,
ti sei fatto vicino ad ogni uomo;
con il sacrificio del tuo Cristo,
consegnato alla morte per noi,
ci riconduci al tuo amore,
perché anche noi ci doniamo ai nostri fratelli.

Canone Taizè: Dona la pace, Signore, a chi confida in te. Dona la pace, Signore, dona la pace.

Canto al Vangelo

Il Presidente o il diacono
Dal Vangelo secondo Luca (12,49-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto
vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono
angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora
innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro
tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro
madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Seduti
Breve silenzio

Lettore
Dalla Lettera enciclica, Fratelli tutti, di papa Francesco (25-27)
Guerre, attentati, persecuzioni per motivi razziali o religiosi, e tanti soprusi contro la dignità umana vengono giudicati in modi diversi a seconda che convengano o meno a determinati interessi, essenzialmente economici. Ciò che è vero quando conviene a un potente, cessa di esserlo quando non è nel suo interesse. Tali situazioni di violenza vanno «moltiplicandosi dolorosamente in molte regioni del mondo, tanto da assumere le fattezze di quella che si potrebbe chiamare una “terza guerra mondiale a pezzi”». Questo non stupisce se notiamo la mancanza di orizzonti in grado di farci convergere in unità, perché in ogni guerra ciò che risulta distrutto è «lo stesso progetto di fratellanza, inscritto nella vocazione della famiglia umana», per cui «ogni situazione di minaccia alimenta la sfiducia e il ripiegamento». Così, il nostro mondo avanza in una dicotomia senza senso, con la pretesa di «garantire la stabilità e la pace sulla base di una falsa sicurezza supportata da una mentalità di paura e sfiducia». Paradossalmente, ci sono paure ancestrali che non sono state superate dal progresso tecnologico; anzi, hanno saputo nascondersi e potenziarsi dietro nuove tecnologie. Anche oggi, dietro le mura dell’antica città c’è l’abisso, il territorio dell’ignoto, il deserto. Ciò che proviene di là non è affidabile, perché non è conosciuto, non è familiare, non appartiene al villaggio. È il territorio di ciò che è “barbaro”, da cui bisogna difendersi ad ogni costo. Di conseguenza si creano nuove barriere di autodifesa, così che non esiste più il mondo ed esiste unicamente il “mio” mondo, fino al punto che molti non vengono più considerati esseri umani con una dignità inalienabile e diventano semplicemente “quelli”. Riappare «la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente. E chi alza un muro, chi costruisce un muro finirà schiavo dentro ai muri che ha costruito, senza orizzonti. Perché gli manca questa alterità».

In piedi

Preghiera per la pace composta da san Giovanni XXIII

Tra due lettori

L.1      Principe della pace, Gesù Risorto,
guarda benigno all’umanità intera.
Essa da Te solo aspetta l’aiuto e il conforto alle sue ferite.

L.2      Come nei giorni del Tuo passaggio terreno,
Tu sempre prediligi i piccoli, gli umili, i doloranti;
sempre vai a cercare i peccatori.
Fa’ che tutti Ti invochino e Ti trovino,
per avere in Te la via, la verità, la vita.

L.1      Conservaci la Tua pace,
o Agnello immolato per la nostra salvezza:
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace!

L.2      Allontana dal cuore degli uomini
ciò che può mettere in pericolo la pace,
e confermali nella verità, nella giustizia, nell’amore dei fratelli.

.1      Illumina i reggitori dei popoli, affinché,
accanto alle giuste sollecitudini per il benessere dei loro fratelli,
garantiscano e difendano il grande tesoro della pace;

L.2      accendi le volontà di tutti a superare le barriere che dividono,
a rinsaldare i vincoli della mutua carità,
a essere pronti a comprendere,
a compatire, a perdonare,
affinché nel Tuo nome le genti si uniscano,
e trionfi nei cuori, nelle famiglie, nel mondo la pace, la Tua pace. Amen.

Presidente

E ora, con le parole di Cristo nostro Signore, rivolgiamoci a Dio nostro Padre, perché rimetta i nostri peccati e ci liberi da ogni male.

  1. Padre nostro…

ORAZIONE
Il Presidente
O Dio, che hai insegnato alla Chiesa a osservare i tuoi precetti nell’amore verso te e verso i fratelli, donaci uno spirito di pace e di grazia, perché l’intera tua famiglia ti serva con tutto il cuore e con purezza di spirito viva concorde nella pace. Per Cristo nostro Signore.

  1. Amen.

BENEDIZIONE E CONGEDO
Il Presidente
Il Signore vi benedica e vi custodisca.

  1. Amen.

Il Presidente
Faccia risplendere per voi il suo volto e vi faccia grazia.

  1. R.

Il Presidente
Rivolga a voi il suo volto e vi conceda la sua pace.

  1. Amen.

Il Presidente
E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre.

  1. Amen.

Il Presidente
Nel nome del Signore, andate in pace.

  1. Rendiamo grazie a Dio.

CANTO