Nella festa della Presentazione, in ricordo di Gesù che fu proclamato da Simeone «luce delle genti», vengono benedette delle piccole candele che ognuno poi, se vuole, può portare a casa. Per questo la festa veniva chiamata popolarmente la festa della «Candelora». Oggi desideriamo ricordare che il bellissimo compito dei genitori nei confronti dei figli è simboleggiato molto bene da questa piccola candela benedetta.
A tal proposito vi racconto una storia. Un giorno un ragazzo partì per un lungo viaggio. Era ancora buio quando uscì di casa e sua madre gli mise in mano una lucerna per rischiarargli la strada, raccomandandogli di non separarsene per nessuna ragione. Camminò per ore alla luce di quella lucerna, ma poi sorse il sole e il lucignolo che aveva in mano cominciò a impallidire, finché, a mezzogiorno, non si vedeva proprio più e fu tentato di buttarlo via. Si ricordò però della promessa fatta alla mamma e continuò a tenere in mano la piccola lucerna. Camminò ancora a lungo, finché il sole cominciò a tramontare e si fece di nuovo buio intorno a lui. La fiammella che aveva in mano cominciava di nuovo a farsi notare, finché, fattosi buio completo, si accorse che era l’unica cosa che gli permetteva di proseguire e portare a termine il suo viaggio. E fu ben felice di averla ancora con lui.
Così è la fede che un bambino riceve dai genitori nell’iniziare il lungo viaggio della vita. Dapprima è tutto, esiste solo quella. Poi si accendono altre luci, altri interessi e valori vengono a occupare la mente. La fede che si aveva da bambini spesso viene eclissata e non ci si accorge neppure più di averla. Ma viene la sera, il tempo in cui i molti luci che ci hanno abbagliato nella vita, una dopo l’altra, si spengono o non rischiarano più. E allora riscopriamo la nostra fede da quella piccola candela ricevuta simbolicamente nel battesimo e alimentata nella famiglia. Non bisogna dunque scoraggiarsi dal consegnare ai figli la candela della vita. Ma il mezzo migliore, se si vuole trasmettere ai figli la fede, è di viverla con essi e dinanzi ad essi, senza mai scoraggiarsi. Diceva san Francesco di Sales ad una mamma che quando non si può più parlare di «Dio ai figli» è giunto il momento di parlare a «Dio dei figli», cioè di pregare per loro.
Concludiamo questa piccola riflessione con un episodio commovente della vita di santa Teresina del Bambino Gesù. Ella ebbe il sostegno dal papà (la mamma era morta) nel realizzare la sua vocazione. Lei voleva entrare nel Carmelo, ma incontrava difficoltà perché troppo giovane. Il padre l’accompagnò dalla Francia fino a Roma, per chiedere personalmente al papa Leone XIII il permesso di entrare in clausura e alla fine, insieme, la spuntarono. In una lettera al padre, ella così scriveva dal Carmelo: «Mi sforzerò, papà, di diventare una grande santa». Come sappiamo ci è riuscita. Non solo santa, ma anche Dottore della Chiesa. I genitori di santa Teresina sono il migliore esempio di che cosa significa «presentare i figli al Signore»!
Simbolismo e legende della Candelora
La candela della festa della Candelora è diversa dalle altre. A questa è associata una delle più antiche feste del cristianesimo: la Presentazione del Signore. Questa festa ha un carattere mariano ed è anche chiamata festa della Madonna dei Ceri. Questo nome deriva dalle candele portate al tempio perché un sacerdote le benedicesse. Quindi vengono portate a casa e accese in caso di pericolo imminente. Sulla costa, le candele sono spesso accese da madri e mogli in attesa del ritorno di mariti e figli dai mari e dagli oceani, soprattutto quando vengono a conoscenza dei disastri in mare attraverso i media.
La Presentazione del Signore è piena di simboli. La candela accesa è un simbolo di Cristo. La luce nelle mani dei fedeli significa la fiamma della loro fede viva con la quale dovrebbero andare incontro alla Luce di Cristo. Nessun altro può perforare le tenebre dei peccati, solo la Luce che è Gesù, e questa Luce ci è donata da Maria con le sue mani. Pertanto, tutta la vita di un cristiano dovrebbe essere bruciata (spesa) – come una candela – al servizio di Dio e del prossimo. Per questo la luce è presente negli eventi per noi più importanti, dal battesimo al funerale. Al battesimo, il bambino riceve una candela accesa. Questa candela lo accompagnerà più tardi per tutta la sua vita. Viene accesa anche durante la Prima Comunione, come simbolo di ringraziamento per le grazie ricevute; viene accesa durante le preghiere sui malati e al momento della morte.
Con i simboli ci sono accanto anche molte leggende e racconti legati alla candela, che sono atti di fiducia e di amore e fiducia verso Maria – Consolatrice degli afflitti. Fiamma accesa dal cero e portata a casa dopo la Messa significava l’armonia e l’amore nella famiglia. In passato la gente girava per tutta la proprietà con una candela accesa, inginocchiandoci ad ogni soglia e ad ogni angolo, in modo che nessun male potesse avere accesso alla casa. Il segno della croce veniva bruciato con il candeliere sulla trave del soffitto, che doveva proteggere dai temporali estivi e dai fulmini. La luce della candela doveva anche proteggere dagli attacchi degli animali selvatici, in particolare dei lupi. C’è un famoso dipinto di Piotr Stachiewicz raffigurante un villaggio coperto di neve e immerso nel sonno, al quale si sta avvicinando un branco di lupi affamati. Tra le case, Maria, Madre di Dio, cammina con una veste luminosa e scaccia i lupi con la fiamma di una candela. Il simbolismo del quadro è evidente: è la luminosità della luce che vince l’oscurità del male e del peccato. Anche oggi, come lupi malvagi, gli spiriti delle tenebre vogliono sopraffarci. Conflitti familiari e nazionali, dipendenze, brutalità, bugie e ingiustizie causano grande scompiglio. Ed è in Maria che l’uomo cerca sostegno, fiducioso che la Madre di Dio condurrà i fedeli adoratori attraverso la porta della morte con la luce di una candela in mano: prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte.